LABIRINTO DI CHARTRES

LABIRINTO DI CHARTRES

I labirinti in tutte le antiche culture si presentano con più forme: fatte con le pietre che delineano il percorso a serpente, ad albero, oppure incisi sulle rocce in verticale, o inscritti dentro una figura geometrica; quello circolare di Chartres è il più conosciuto assieme a quello ottagonale di Amiens.

La forma grafica del labirinto è costituita da una spirale piena che danzando ne genera una vuota alternandosi in un movimento oscillatorio tra due o quattro settori.
Al centro c’è un incrocio o un Fiore.
Questo rispecchia il simbolo della ruota nei dischi solari, nello zodiaco e nel Fiore della Vita: tutti nascondono frequenze, contenuti, rapporti matematici con la natura e il cosmo. Il labirinto ha una dinamica circolare generante un campo energetico che permette di modificare le frequenze quando si è al suo interno: la Radionica lo dimostra con studi approfonditi.

Questo sistema così organizzato è un Frattale, un Fulcro della Natura, è una Struttura di questa dimensione che si ripete ed è usata dagli animali per delimitare il loro territorio, anche dalle cicogne quando spiralano per prendere quota.

Percorrendo il sentiero a piedi si ha un’esperienza con le radici della terra, con gli antenati, o con il passato del luogo dove si trova il labirinto.
Anche nelle favole si fa sempre riferimento ad un sentiero magico notturno simbolo del nostro viaggio interiore.
Nella storia, infatti, il labirinto ha sempre rappresentato il viaggio simbolico dell’uomo all’interno della sua vita: la lotta fra bene e male, la difficoltà nell’affrontare gli ostacoli della vita e il lento e lungo percorso dalla vita alla morte.

LABIRINTO-CHARTRES


La particolarità di quest’opera è che percorrendola con le dita invece che con i piedi, attivando un progetto individuale, stimola la concentrazione e la presa di coscienza.
Si sperimenta un cambiamento di energie misurabile prima e dopo il percorso dovuto alla forma pensiero finalizzata per un riequilibrio interiore: se si è consapevoli il processo oscillatorio riprende il movimento pulsante del Cosmo: l’onda-forma del Labirinto è un attivatore archetipale perché riprende il principio ternario attraverso il quale la Natura si moltiplica spiralando.

E’ un’esperienza interessante soprattutto vederlo in verticale, quando gira su se stesso si ha effetto ottico e lo si vive tridimensionale come una sfera o un toroide: è comunque un Mandala in analogia con il seme della noce e con la struttura nascosta nella tabellina del 9, ecco perché si trova in luoghi sacri e nei pavimenti delle cattedrali.

Per quanto riguarda la Cattedrale di Chartres la raffigurazione del Labirinto è incisa nel pavimento della navata centrale, rappresentando un percorso continuo di 261,5 metri, che va dall’esterno all’interno del cerchio, sviluppandosi in un intricato susseguirsi di curve ed archi, a loro volta a forma di cerchi concentrici.

Gli esperti definiscono questa affascinante opera come “labirinto unicursale”, poiché prevede un’unica via d’uscita, considerandola come simbolo di una specie di “percorso salvifico”, in grado di legare l’umano al divino, l’immanente al trascendente.

Nel mondo, inoltre, esistono altri labirinti molto simili a quello di Chartres due dei quali sono situali in Italia: uno nella Cattedrale di San Martino a Lucca e l'altro nella Cappella di Alatri. Quest'ultimo è una vera e propria copia fedele, rappresentata in un affresco di 140 cm.

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